Materiali della Corsetteria

L'eleganza, la vestibilità, in una parola, l'unicità di un capo di corsetteria è determinata dalla combinazione di una serie di elementi: modello, tessuti ed accessori.
Il risultato finale dipende dal sapiente mix che coniuga esigenze funzionali e design per dare forma ai materiali.
Questo processo non è affatto casuale: l'apparente magia del risultato nasconde un progetto preciso e razionale.

I TESSUTI NELLA CORSETTERIA


L'evoluzione della corsetteria negli ultimi decenni è stata strettamente legata alle continue innovazioni nel mercato delle materie prime; del resto il contatto così diretto della biancheria con il corpo rende ancora più importante, che in altri capi di abbigliamento, il ruolo del tessuto.
Nel dopoguerra, i tessuti rigidi in fibra naturale (cotone, lino, lana, seta) che non erano in grado di aderire al corpo, sono stati modificati e in parte sostituiti dalle fibre elastiche.
La tecnica della corsetteria ha fatto un ulteriore passo avanti nel 1959 con l'invenzione dell'ELASTAN, una fibra sintetica in cui si alternano segmenti rigidi ed elastici. Oggi questa fibra si trova nella maggior parte degli indumenti intimi, perchè garantisce aderenza e vestibilità.
La fibra Elastan non è mai impiegata da sola ma sempreassociata ad un'altra fibra rigida, naturale o sintetica.
L'altra grande novità degli anni '90 è la microfibra: un insieme di filamenti sotilissimi assemblati in un filo soffice e setoso che garantisce insieme aderenza, morbidezza e traspirabilità.


Le Fibre usate nella corsetteria si dividono in Fibre Naturali e Fibre "Man Made".

LE FIBRE NATURALI
Le fibre tessili disponibili in antura possono essere di origine vegetale, come il cotone e il lino, o animale, come la seta e la lana. Ottenute con procedimenti diversi a seconda della loro origine, vengono unite mediante torsioni del filo (filatura). I vari fili vengono poi intrecciati fra loro a formare i tessuti (tessitura).
Nella corsetteria, tali fibre sono utilizzate da sole, con una lavorazione a maglia (Jersey) che ne migliora l'elasticità, oppure unite ad Elastan che ne garantisce l'aderenza.
La fibra più diffusa e utilizzata è di gran lunga il cotone. La lana trova impiego nella maglieria intima, la seta nella lingerie.

IL COTONE
Il filato di cotone viene classificato a seconda del rapporto tra lunghezza e peso; la qualità è invece proporzionale alla lunghezza delle fibre: più sono lunghe all'interno del filato, più il cotone risulta lucente, resistente e quindi pregiato.
Il cotone non soffre le alte temperature, assorbe la traspurazione, non irrita la pelle, è resistente ma restringibile e epoco aderente. Sottoposto a speciali trattamenti, tuttavia, può diventare irrestringibile (mercerizzazione) e aumentare la sua brillantezza (gasatura).
Il Jersey di cotone è un tessuto a maglia rasata, ottenuto tramite una lavorazione con una sola serie di aghi in cui il dritto e il rovescio hanno aspetti differenti.

LE FIBRE "MAN MADE"
Le fibre cosidette "Man Made" cioè fatte dall'uomo, si distinguono in artificiali e sintetiche.
Le fibre artificiali (acetato, cupro, viscosa), si ottengono utilizzando direttamente o trasformando polimeri esistenti in natura, come la cellulosa. Le fibre poliammidiche (Nylon, Tactel) garantiscono la leggerzza, quelle elastomeriche (Dorlastan, Lycra) l'elasticità. Nati dalla chimica del petrolio, i tessuti sintetici, sono oggi i più usati nell'industria tessile.
La maggioranza delle fibre Man Made prodotte attualmente è costituita da microfibre.
La struttura a filamenti sottilissimi alimina tutti gli inconvenienti delle fibre sintetiche, rendendo il tessuto morbido e traspirante, in quanto permette il passaggio del vapore acqueo.
La lucentezza è la caratteristica più evidente del filo sintetico e dipende dalla presenza e dal dosaggio di ossido di titanio. La classificazione comprende tre livelli: lucido (senza ossido di titanio), semi-opaco e opaco.